Il nuovo intervento fiscale allo studio punta a ridurre l’aliquota per i redditi tra 28mila e 50mila euro, coinvolgendo circa 10 milioni di contribuenti italiani.
Il Governo italiano è al lavoro su un nuovo intervento fiscale che promette di ridurre significativamente la pressione tributaria per il ceto medio, con particolare attenzione ai redditi compresi tra 28mila e 50mila euro lordi annui. Dopo la riforma avviata nel 2024, che ha già semplificato e ridotto le aliquote più basse dell’Irpef, il prossimo passo punta ad allargare il beneficio fiscale a una platea di circa 10 milioni di contribuenti tra lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati.
La nuova fase della riforma Irpef
Il provvedimento in preparazione rappresenta il secondo stadio di una riforma tributaria iniziata due anni fa con l’obiettivo di semplificare e ridurre la tassazione sul lavoro e sui redditi medio-bassi. La prima fase aveva fissato un’aliquota unica al 23% fino a 28mila euro di reddito, sostituendo le precedenti fasce più frammentate.
Adesso, il Governo mira a estendere lo sgravio fiscale al cosiddetto “ceto medio”, riducendo l’aliquota dal 35% al 33% per la fascia di reddito tra 28mila e 50mila euro. Questo intervento dovrebbe alleggerire il carico fiscale su una fetta di contribuenti ancora oggi penalizzata da un’imposizione relativamente elevata.

Taglio IRPEF 2026 – Caravaggiomilano.it
Le stime ufficiali indicano che il taglio fiscale interesserà circa 10 milioni di contribuenti, con un costo complessivo per le casse dello Stato di circa 3 miliardi di euro. Le simulazioni più recenti quantificano i risparmi annui in base al reddito dichiarato:
- Per chi dichiara un reddito lordo annuo di 30mila euro, il risparmio sarà di circa 40 euro.
- Per un reddito di 35mila euro, il vantaggio fiscale si attesterà intorno ai 140 euro.
- Un contribuente con 40mila euro di reddito potrà beneficiare di un risparmio di circa 240 euro.
- A 45mila euro il taglio d’imposta raggiungerà i 340 euro.
- Per redditi fino a 50mila euro, lo sgravio massimo previsto è di circa 440 euro.
Alcuni esperti fiscali ipotizzano che la misura potrebbe essere ulteriormente estesa fino a redditi di 63.500 euro, se il Governo decidesse di ampliare la soglia di applicazione.
Attualmente, si sta valutando anche l’ipotesi di innalzare la soglia di applicazione della riduzione fino a 60mila euro di reddito annuo, mantenendo però esclusi i contribuenti con redditi superiori a 100mila euro, che rappresentano meno del 2% degli italiani. Questa scelta servirebbe a contenere l’impatto finanziario dell’intervento senza ridurre la platea dei beneficiari.
Parallelamente alla riduzione delle aliquote, il Governo sta discutendo il rafforzamento del quoziente familiare, uno strumento fiscale che adegua le detrazioni in base al numero di figli e alla composizione del nucleo familiare. L’obiettivo è migliorare il sostegno alle famiglie con carichi maggiori e rendere il sistema fiscale più equo e inclusivo.